formello 01/02/2015
Il Giorno della Memoria a Formello: memoria e speranza
Bambini, ragazzi, adulti, anziani. Sala Orsini di Palazzo Chigi gremita, come nelle grandi occasioni, per una celebrazione "intergenerazionale" del Giorno della Memoria organizzato dall'Associazione Il Melograno - con il Comune di Formello -  in collaborazione con scuole di Roma, Formello, Anguillara, Cerveteri. A dare il via all'evento un originale e affollatissimo laboratorio per bambini dagli 8 ai 12 anni dal titolo "Il libro a portata di mano" durante il quale sono stati realizzati libri artigianali a tema ebraico.

Realizzati libri artigianali con i principali simboli ebraici legati alla Shoah: dal "Maghen David" (la stella di Davide, simbolo utilizzato durante le persecuzioni come segno discriminatorio) la channukkia (candelabro a nove bracci realizzato con mezzi di fortuna da alcuni internati nei campi di sterminio per i momenti di preghiera) e la nave Exodus che nell'immediato dopoguerra ha consentito a molti ebrei - che in Europa erano rimasti senza nulla - di trasferirsi in Israele assieme a tanti bambini rimasti orfani. Una visita guidata alla mostra "Yeudhot Ahdelet (una porta sull'ebraismo) con foto di oggetti rituali ebraici di uso domestico ha introdotto le testimonianze della scrittrice Lia Tagliacozzo testimone di seconda generazione e Paola Modigliani, sopravvissuta alla Shoah. Particolarmente importante e' stata la presenza di scolaresche di  Roma, Formello Anguillara e Cerveteri che hanno aderito al progetto "Nonno raccontami" ed hanno letto brani di testimonianze relative ai tempi della guerra. . Ad illustrare il lavoro svolto gli insegnanti Francesca Aloisi, Anna Olivato e Anna Cerocchi.

"E' importante essere qui oggi non solo per ricordare chi non c'e' piu' e per dare vita a chi non c'e' piu', per ricordare chi ha rischiato la vita per salvare i perseguitati, come e' avvenuto qui a Formello, ma per costruire un ambiente positivo  per noi e per i nostri figli - ha affermato  Giovan Battista Brunori, giornalista del Tg2 e Presidente del Melograno. "Non dobbiamo pensare che la pace e la tolleranza siano una condizione oramai irreversibile: ciò che è accaduto 70 anni fa può accadere ancora. La crisi economica rende la gente cattiva e aggressiva, come avviene in Grecia dove i neonazisti - che siedono in parlamento - sono oramai il terzo partito. Ciascuno di noi può fare molto per costruire una città tollerante e accogliente verso chi è diverso da noi, cominciando a comunicare con il nostro vicino di casa." Ad introdurre il convegno l'intervento del Sindaco di Formello Sergio Celestino che fin da quando era assessore all'urbanistica ha sempre promosso e sostenuto iniziative di questo genere: Celestino ha sottolineato l'importanza del Giorno della Memoria nella vita di una comunità come quella formellese. "E' importante costruire un terreno di collaborazione per la pace attraverso la cultura: iniziative come quella organizzata dall'Associazione Il Melograno e sostenute da questa amministrazione danno a tutti noi l'occasione di conoscerci, di ricordare fatti terribili, per non dimenticare la Shoah." 

L'evento è stata l'occasione per ridare vita ad un pezzo di storia che rischiava di essere dimenticata: l'opera di solidarieta' di un intero paese a favore dei perseguitati.  Dalle testimonianze raccolte tra gli anziani di Formello e tra i sopravvissuti alla Shoah - ha affermato Giovanna Micaglio Benamozegh, coordinatrice della ricerca storica dell'Associazione Il Melograno su "I Giusti di Formello" - è riemersa dalla polvere la storia avventurosa di una stamperia clandestina che operava all'interno del palazzo comunale di Formello. La "Banda di falsari" era composta da un gruppo di impiegati comunali - con al vertice lo stesso podestà - che al termine dell'orario di apertura al pubblico, chiudevano i portoni del Comune e cominciavano a produrre documenti falsi e tessere annonarie. Ne facevano parte - oltre al podestà Ugo Plini - il segretario comunale Antonio Petrillo, il vigile urbano Barocco, il calligrafo Alberto Bernabei e un tipografo in pensione che costruiva timbri falsi. Tramite vari collaboratori i documenti arrivarono ad ebrei che si nascondevano a Roma e ai Castelli romani: una staffetta della solidarietà, della quale faceva parte anche un membro della polizia fascista, che corrompeva i fascisti e i militari tedeschi con prosciutti e salsicce. Nessuno in paese fece la spia, nessuno rivelò la presenza di ebrei in quel territorio. A Formello erano in pericolo Carlo Bises, la moglie (che si nascosero a Roma in convento) e i quattro figli, due dei quali gemelli che vennero ospitati nella casa formellese di Ottavio La Ragione: per questo - su proposta dell'Associazione Il Melograno - La Ragione è stato insignito nel 2011 dell'onorificenza di "Giusto fra le Nazioni". I Bises erano proprietari di un bello stabile che si trova su una collina che domina il paese, il cosiddetto "castelluccio" che - durante l'occupazione nazista - fu requisito dai tedeschi. Ma i tedeschi non si accorsero mai che all'interno del palazzetto Bruno Sbardella (divenuto dopo la guerra sindaco della città) - amico del commerciante romano - aveva nascosto in una stanza il "tesoro" dei Bises (tessuti e altri oggetti preziosi) tirando su in fretta e furia un muro posticcio. Storie che si sono intrecciate ai racconti della scrittrice Lia Tagliacozzo testimone di seconda generazione e di Paola Modigliani, sopravvissuta alla Shoah grazie all'aiuto di tanti benefattori che - ai castelli romani - ospitarono la sua famiglia a rischio della loro stessa vita. Una sera addirittura nella casa dei coniugi Cabrusa' a Poggi D'Oro si trovarono a cena assieme nazisti ed ebrei; "chissa' cosa sarebbe successo se un bambino avesse fatto pipi': si sarebbero subito accorti dalla circoncisione che non erano sfollati qualsiasi ma ebrei" riferisce Lia Tagliacozzo nel suo volume "Anni spezzati" (Giunti editore).

Il clima di terrore della guerra è stato ben illustrato da Memmo Burro, che ha raccontato i suoi ricordi di bambino formellese alle prese con i tedeschi che erano giunti in paese, ed alcuni documenti originali del periodo delle persecuzioni antiebraiche sono stati  mostrati da Alessandra de Sanctis: l'esponente della Comunità ebraica di Roma ha raccontato la storia della sua famiglia e delle sofferenze provocate dalle famigerate leggi razziali fasciste del '38 che bollarono con il marchio dell'infamia persone innocenti, portarono migliaia di ebrei nella disperazione e nella morte togliendo loro il diritto ad un lavoro, all'istruzione, alla dignità di cittadini, separandoli dal resto della popolazione prima di avviarli alle deportazioni vere e proprie nei campi di sterminio.

Apprezzatissima l'esibizione del coro "Kol Rinà" diretto da Gabriella Costanza, che ha proposto alcuni canti ebraici. Struggente l'interpretazione della colonna sonora del film "Schinder's List" da parte di Catherine Louise Geach, nata in Gran Bretagna e laureata in violino alla Royal Academy of Music di Londra.